03 novembre 2025
Integratori di ferro: perché e quando assumerli?

Integratori di ferro: perché e quando assumerli?

Il ferro è un minerale che partecipa alla produzione di emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue, e alla formazione della mioglobina, che lo immagazzina nei muscoli. Svolge anche un ruolo importante nella sintesi del collagene e nella conversione del betacarotene in vitamina A, essenziale per la vista e il sistema immunitario.

Quando le riserve di ferro, conservate sotto forma di ferritina, si riducono, il corpo manifesta segni di carenza che, se trascurati, possono evolvere in anemia.

Quando assumere gli integratori di ferro

In molti casi, una dieta equilibrata può bastare a mantenere adeguati livelli di ferro. Tuttavia, in presenza di carenze evidenti o condizioni che ne aumentano il fabbisogno, può essere necessario ricorrere a un’integrazione mirata.

I sintomi più comuni di carenza di ferro includono stanchezza persistente, difficoltà di concentrazione, pallore, fiato corto, vertigini e sensazione di freddo alle estremità del corpo, mentre, nei casi più gravi possono comparire anche palpitazioni, insonnia, mal di testa e maggiore suscettibilità alle infezioni.

Le categorie più a rischio sono:

  • donne in età fertile con cicli mestruali abbondanti;
  • donne in gravidanza o allattamento, che hanno un fabbisogno di ferro maggiore;
  • persone con patologie intestinali come celiachia, colite ulcerosa o morbo di crohn, che riducono l’assorbimento del ferro;
  • vegetariani e vegani, che assumono ferro prevalentemente da fonti vegetali meno biodisponibili.

Quando la dieta non è sufficiente, si può ricorrere agli integratori di ferro, disponibili in farmacia in diverse formulazioni: capsule, compresse, bustine o sciroppi. Esistono anche integratori specifici per donne in gravidanza o allattamento e per i bambini, spesso arricchiti con vitamine B12 e C, che contribuiscono a migliorare la vitalità e l’assorbimento del minerale.

Precauzioni

Prima di iniziare un’integrazione, è fondamentale rivolgersi al medico o al farmacista, in quanto solo una valutazione professionale può determinare se la carenza di ferro è reale e quale dosaggio è più adatto. L’assunzione incontrollata di questo tipo di integratori può infatti comportare rischi, poiché un eccesso di ferro può provocare effetti indesiderati come disturbi gastrointestinali, nausea, stitichezza o dolori addominali.

Il momento dell’assunzione è altrettanto importante: il ferro viene assorbito meglio a stomaco vuoto ma, per chi ha uno stomaco sensibile, può essere assunto dopo i pasti per ridurre il rischio di irritazioni. Inoltre, è bene evitare di assumerlo insieme a caffè, tè, latte o alimenti ricchi di calcio, che ne ostacolano l’assorbimento.

In alcuni casi, l’integrazione può essere combinata con altre sostanze utili, come l’acido folico o la vitamina B12, soprattutto nei soggetti con anemia sideropenica.

Infine, chi soffre di malattie croniche o assume farmaci regolarmente dovrebbe sempre informare il medico prima di iniziare un’integrazione di ferro, poiché potrebbero verificarsi interazioni farmacologiche che ne alterano l’efficacia o aumentano gli effetti collaterali.

Se vuoi saperne di più, contattaci! Il nostro team di professionisti sarà felice di aiutarti.

Tag ferro, anemia, integratori

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